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Grazie al successo di Romanzo Criminale e Suburra anche la delinquenza romana ha potuto godere di una forte attenzione internazionale nel più generale contesto della produzione cinematografica e televisiva contemporanea incentrata sul tema della malavita. Ma in che modo film, documentari e serie televisive, a partire dal poliziesco degli anni Settanta, hanno saputo ritrarre e raccontare banditismo e malaffare nella Capitale? Il quadro che si andrà a tracciare mostrerà come il roman crime movie, che qui si propone quale etichetta classificatoria di un'ormai corposa filmografia, abbia costantemente attinto alla cronaca per edificare o rifondare "romanzi criminali" in cui realtà e finzione si mescolano di continuo, dando vita a una galassia fatta di violenza e sacralità, di omicidi e grandi affari, di misteri, scandali e degrado fortemente connessa al luogo dell'azione. Si esamineranno dunque i percorsi, i mutamenti e le diverse forme di rappresentazione di una produzione variegata intenta ad affrontare coi propri mezzi e il carico della sua influenza la "mala" sanguinaria e affaristica che, oggi come allora, dal Libanese a Samurai, attanaglia le strade millenarie della città eterna.